Botta e Risposta

In questa sezione lo staff Pietramora propone uscite, attività e quant’altro da fare assieme.
Tutti potranno commentare e proporre posti e orari.
Prima di dire: “uffa ma chi viene con me sto week??” passa di qui.!
Potresti trovare il post che fa per te e accordarti coi tuoi amici.

Lo staff di Pietramora

Pietramaura Settore nuovo

Nella Falesia di Pietramaura sono nati alcuni nuovi Monotiri, esattamente 6 ad opera di Baffioni Roberto e Garattoni Leo.

Gli itinerari sono molto vari, verticali e strapiombanti. La roccia alterna tratti solidi ad altri friabili che richiedono attenzione.

La gradazione è realistica e la chiodatura allegra, più o meno come nel settore classico, con la differenza che qui la roccia è ancora da ripulire e quindi bisogna stare molto attenti nella scelta degli appigli e soprattutto è obbligatorio l’uso del casco.

Gli itinerari sono molto vari e belli, fessure-camini-strapiombi e placche. Molto bello il 6b nell’ultimo tratto con piccole tacche per le mani e movimenti eleganti.

Un ringraziamento agli apritori per il lavoro svolto.

Nome                          Grado     Lung.     Prot.       Tipologia

1° Letibracco                   5c       20m         8            Rampa e Fess.

2°X Caio                            5c+    20m         10          Fess.Plac.Fess.

3°Buon Compleanno        6a+    21m          12         Strap.Placca

4°Paolo il Caldo                 6a+    22m          12         Strap.Spig.

5°Antiche tracce               5a       24m          11         Trav.Rampa.Cam

6°Beatrix                            6b      26m          14         Placca strapiomb.

Vale veramente la pena di farci un giro.

Renato

FOTO

Divieto di Arrampicata a S.Marino

Cari climbers,
pare che a breve ci saranno delle modifiche nel decreto sul divieto di arrampicata a San Marino.
Lunedì scorso io e Stak, in qualità di rappresentanti dell’associazione locale di arrampicata, abbiamo avuto un incontro con tutte le parti interessate: Guardie Ecologiche, Centro Naturalistico Sammarinese ed UGRAA.
Ci ha fatto molto piacere riscontrare che le istituzioni riconoscano l’impegno che in questi anni gli arrampicatori hanno profuso per rispettare i divieti.
Di sicuro il merito è anche di tutti coloro che in questi anni hanno prestato il loro aiuto durante i vari eventi istituzionali (giornata ecologica, tempo d’estate, ecc).
Questa presenza ha cambiato radicalmente l’opinione comune nei nostri confronti: non siamo più visti come i matti che salgono il monte, ma come persone rispettose della natura e delle regole.
Ci sono voluti anni per arrivare a questo punto, ora abbiamo credito a palazzo. Il merito di tutto questo è equamente ripartito su tutta la comunità di arrampicatori, sammarinese e non, per questo vi ringraziamo sinceramente.
Il futuro
Alle istituzioni sammarinesi poco importa di fare multe ma ha a cuore la tutela della coppia di falchi pellegrini che nidifica da ormai un decennio nella rupe.
Le istituzioni sammarinesi hanno dimostrato una fattiva disponibilità nel trovare la soluzione che possa conciliare le nostre esigenze con quelle di tutela del falco. Nell’ambito di questi colloqui stiamo cercando di definire univocamente il nuovo assetto dei divieti stagionali e perenni allo scopo di allargare notevolmente la fruibilità delle zona di arrampicata, ed avere chiarezza in ciò che si può o non si può fare.
Per questo periodo di transizione, chiediamo a tutta la comunità degli arrampicatori di evitare qualsiasi comportamento che possa minare il nostro rapporto con questi organismi.
Più precisamente si chiede di attenersi alle seguenti prescrizioni:
-divieto permanente sulle vie lunghe della Terza Torre;
-divieto stagionale per le vie lunghe che vanno dal pilastro nascosto (compreso) alla Tanaccia;
-la falesia della Terza Torre in divieto stagionale;
-la falesia della Seconda e la Tanaccia sempre aperte;
-le vie lunghe che vanno dalla Diretta alla Seconda verso la falesia dell’Eros sempre aperte;
-divieto assoluto di chiodare e potare.

Nell’interesse che ci accomuna di preservare l’arrampicata sammarinese che anche grazie all’opera di numerosi climber romagnoli vanta una storia più che ventennale, superando le inevitabili divisioni ed incomprensioni che in gruppi così eterogenei fisiologicamente nascono, vi invito tutti all’unità ed alla condivisione di questo modus operandi.
Tutto questo per evitare ed isolare coloro che, al di fuori di ogni controllo, nel passato recente hanno creato molti problemi al dialogo con le istituzioni. Mi riferisco a ciò che è avvenuto lo scorso anno quando, ormai vicini ad un accordo, l’uscita estemporanea di un improvvisato chiodatore sammarinese che si autodefinisce “cane sciolto” ha mandato tutto all’aria. Si era messo a chiodare a 5 m dal nido lo svelto!
Ancora non è stata ufficializzata alcuna prescrizione e se avete dubbi chiedete a me o a Stak che, allo stato attuale, siamo gli unici ad essere direttamente coinvolti ed adeguatamente informati.
La trattativa riguarda tutti i siti di arrampicata di San Marino quindi anche Pennarossa ed Acquaviva.
Ciao a Tutti
Andrea Mina
Roberto Stacchini detto Stak

Raggio di Luce


RAGGIO DI LUCE

Sabato 5 febbraio 2011, la giornata è splendida, di quelle che ti chiamano ad andare incontro alla roccia; non occorre fare neanche troppi chilometri; gli amici, quelli di sempre; la voglia “de rampegar” pure.Il monte Penna del Gesso è incorniciato di bianco, e questo crea un incredibile contrasto con il tepore della giornata, tepore un paio di maniche, fa proprio caldo! Che bello, gli amici, la neve ,la roccia ,il cielo…Obiettivo della giornata è “Raggio di luce”, che il suo apritore Eros Rossi, è andato a scovare in un angolo tranquillo e discosto della falesia di Pietramaura.Un paio di monotiri in falesia per togliere un pò di ruggine dalle dita e poi via sotto alla parete; soliti preparativi di rito, poi la prima gioia della giornata, quando mi viene detto “parti tu”, cavoli, uno sguardo alla parete che incombe sopra le nostre teste, solito sguardo a materiale e corde e solito fiatone che sale tutte le volte che si mette mano sulla roccia; cenno ai compagni un respiro profondo e via ad immergersi nella parete.Bruno Detassis diceva “se rampega prima cola testa, po coi pei e solo a la fin cole man”, sacro, non occorrono commenti!Il primo tiro, una gran placca verticale con una fascia leggermente strapiombante al centro e la fessura di riferimento in alto, che va ad addomesticarsi solo alla fine verso il boschetto; la roccia offre buone tacche, mai grandi, ma sempre abbastanza nette per la punta delle dita; la placca è placca, muovi bene i piedi e goditi il resto; superata faticosamente (per me) la fascia strapiombante, si attacca la fessura, all’inizio impegnativa per la scarsità di appigli, poi un pò più docile ma senza esagerare; il tiro è da 50 metri, occorrono 19 rinvii e la corda pesa maledettamente ad ogni rinviata, benedetta corda; finalmente, terminata la fessura, uscendo in diagonale verso destra, la roccia appoggia decisamente e ci si rilassa un attimo, ma solo un attimo perchè, se sotto la roccia è buona, sopra non si può dire altrettanto e la sosta sulla cengetta erbosa strappa un bel sospiro una volta raggiunta.Il recupero dei compagni è faticoso quasi quanto la salita, ma le facce sorridenti che sbucano sotto alla sosta valgono bene un pò di fatica.Il secondo tiro, ad avere le ali, si salterebbe pari pari tanto è solida la roccia, si fa prima a contare cosa non si muove in quei 35 metri di roccia infida; pulire il tiro dalla roba smossa vorrebbe dire modificare completamente la morfologia della parete.Dalla sosta sulla cengia, la visione del tiro che ci aspetta non è molto confortante, la placca con quella fessura strapiombante non mette a proprio agio, ma quando di mettono in sequenza i movimenti, trovando sempre il giusto appoggio per il piede e la giusta presa per la mano, ci si rende conto della bellezza del tiro; qua e là ancora qualcosa si muove, ma il gusto per l’arrampicata è al massimo e quando i piedi si posano sul “pulpito del poeta” aerea e splendida sosta panoramica, il cielo viene a farsi toccare con un dito, è felicità.Con le chiappe comodamente appollaiate sul pulpito, il recupero dei compagni è più piacevole, la decisione è semplice e naturale, cambio di testimone al comando della cordata per le ultime due lunghezze ridotte poi ad una sola per praticità.Il quarto tiro è battezzato più semplice dei precedenti, ma si esegue praticamente tutto in traverso e diagonale, quasi quasi era meglio farlo da primo, il quinto, unito insieme al quarto, è come quando finita una corsa trovi il tappetino rosso che accompagna gli ultimi metri prima del traguardo.Sorrisi, strette di mano e birra media sono il giusto finale di una bella giornata, ma dico io, per una birra vale la pena tanta fatica? vale, vale la pena, ogni centimetro di roccia, ogni bracciata di corda, ogni moschettonata vale la pena di tanta fatica, e il sorriso dei compagni? quello fa giornata da solo.Buona montagna a tutti!

Aggiornamenti anno 2010 Scuola Pietramora

AGGIORNAMENTI ANNO 2010 Scuola Pietramora.

Si è svolto il 23 e 24 ottobre 2010 un aggiornamento formativo della Scuola Pietramora a Padova.
La mattina del sabato è trascorsa nel Laboratorio Materiali del Cai dove gli amici Giuliano Bressan e Sandro Bavaresco hanno tenuto uno stage che, tra momenti  teorici e prove pratiche alle macchine, ci ha permesso di vedere dal vivo le reali tenute dei vari materiali ad uso alpinistico, sia tessili che metallici.
Abbiamo potuto rilevare come le tenute siano nel complesso molto buone e spesso superiori a quelle che ci si può attendere. Questo è molto positivo poiché le macchine stressano fortemente i materiali ma in ambiente le condizioni sono sicuramente più imprevedibili del laboratorio. Possiamo quindi dire di avere buoni margini di sicurezza.
Li ringraziamo per il tempo che ci hanno dedicato e di essere stati tra i primi accettati come Scuola ad avere questa opportunità.
Al pomeriggio in una saletta riservata all’ Hotel Al Campanile di Ronchi di Villafranca, due lezioni teoriche: una carrellata sulle soste comprese le novità introdotte di recente delle soste fisse, bilanciate o ad anello con relativa discussione. A seguire lezione sulle caratteristiche e relativo utilizzo delle varie progressioni di conserva su terreno alpinistico sia roccioso che misto o nivoglaciale.
La domenica tempo bigio. Complice un navigatore tradito da una strada interrotta abbiamo potuto apprezzare la dolce malinconia della campagna padovana adagiata tra dense foschie. Giunti a Roccapendice abbiamo atteso in un clima scozzese che le pareti si asciugassero ripassando dal vivo le soste viste il giorno prima sullo schermo. Appena il tempo di scalare 2 o 3 monotiri e la pioggia ha definitivamente preso il campo dichiarando chiuse le ostilità verso le 12.30.
Nel complesso due belle giornate in cui ci siamo ritrovati tra noi in serenità. Un grazie agli amici del Cai di Padova, alla signora Roberta dell’ Hotel per la gentilezza e l’ottimo vitto e alloggio. Purtroppo, come le belle donne, la parete Nord Est di Roccapendice non si è concessa al primo appuntamento, ma noi da bravi romagnoli torneremo ad insidiarla, magari in periodi più asciutti.
Il Direttore

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Sogno di mezza estate “o d’inverno”

Peccato non si possa definire una salita invernale anche se c’erano tutte le condizioni,neve freddo, non molto a dire il vero,ma quei due giorni che mancano al calendario ci condannano ad una salita autunnale.

Sulla via penso sia gia  stato scritto di tutto e di più, continuare a fare i complimenti agli apritori mi sembra banale e scontato anche se trovare una linea di salita su roccia solida in um mare di marciume non  cosa da poco.

Vorrei provare ha trovare qualche critica da fare alla via: ad esempio la penultima (?) protezione del secondo tiro andrebbe alzata abbassandola (?) a dx verso il centro.e riguarvo alla variante del terzo tiro  del tutto illogica di solito le varianti si fanno x rendere le vie lineari non per allungarle anche se passa sotto a dei bellissimi tetti con difficoltà  contenute ed esce in un bel diedro stapiombante.perchè pensandoci bene visto la scarsità  di roccia da quelle parti forse non è un gran difetto.

Accidenti allora visto che non riesco a trovare niente da criticare mi voglio fare dei complimenti a me x essere riuscito a salire tutta la via con gli scarponi ai piedi ed in arrampicata libera e un grazie alla Claudia che mi ha seguito sulla via

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Pietramora..05.12.2010

Una giornata senza programmi e l’auto si dirige quasi senza pensarci nelle colline faentine, dove circa 10 anni fà  i climber locali andavano ad arrampicare. Stò parlando naturalmente di Pietramora, la falesia più grande della nostra zona con circa 80 vie di varie lunghezze e grado. Da quel giorno di circa 10 anni fa la falesia non è più frequentabile in quanto i proprietari del terreno ne hanno inspiegabilmente interdetto l’accesso. Un cancello semichiuso indica il divieto per pericolo caduta massi. Effettivamente la zona è molto a rischio nella prima parte della falesia la roccia è tutta precaria e un eventuale messa in sicurezza sarebbe veramente un’impresa .

La vegetazione è ormai dappertutto ed è impossibile inoltrarsi oltre.

Solo alcune foto da lontano

STORIA DELLO SPUNGONE DI PIETRAMORA

Spigolo Gianeselli allo spiz di mezzo.

Partenza sabato pomeriggio alle 14.00 da cesena x forno di zoldo, risalita la val pramper fino al parcheggio di pian de la fopa ( m 1210) alle 19.00 partiamo x il bivacco carnielli (m 2010 )dove arriviamo dopo due ore di ripido sentiero, senza un tratto in piano dove potere rifiatare e i “soli” 800m di dislivello ci fanno sudare le classiche sette camicie.

arriviamo giusto in tempo x goderci uno splendido tramonto e x buttare un occhio alla nostra meta di domani.una rapida cena e subito a dormire nel bivacco dove per fortuna siamo  soli. La mattina solito copione: sveglia prima dell’alba, con splendida vista sulla sud del civetta e del pelmo, rapida colazione e via all’attacco, la roccia non é bellissima il primo tiro ma migliora subito, la via mai troppo dura ma con passaggi esposti e da proteggere, fila via liscia;davvero molto bello il tiro chiave del diedro giallo con superamento del tetto(V+),e in poco più di 5 ore i 400 metri di via sono sotto di noi.

x la discesa consiglio di fare le doppie atrezzate sulla sella tra lo spiz di mezzo e lo spiz sud, con corde da 60 ne basta una.

una bella salita in un angolo di dolomiti ancora poco affollato e davvero meritevole

ringrazio i miei compagni di cordata che ancora una volta mi hanno seguito nella rincorsa alla realizzazione dei miei sogni;l’unico rammarico e che per uno che si realizza altri cento si affacciano alla porta. speriamo di avere tempo e modo x qualcun altro!

L’UOMO E’ UN DIO CADUTO,  INFINITO NEI DESIDERI, LIMITATO DALLA NATURA

ciao Andrea

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